Cappellania italiana a Mosca, Chiesa di S. Luigi dei Francesi-CIAM - Cattolici Italiani A Mosca Cappellania italiana
La raccolta di foto storiche significative della chiesa di San Luigi dei Francesi a Mosca, curata da Demetrio Francesco Serranò, si compone attualmente di circa 31 fotografie storiche digitalizzate, di cui di seguito proponiamo la selezione.
La raccolta è ordinata cronologicamente e copre volutamente un arco temporale poco più di 100 anni, a partire dal 1884 sino al 1988. Si tratta di una lunga osservazione dell’edificio religioso, rimasto sempre aperto al culto cattolico. Esso è raccontato attraverso le immagini delle prime fotografie stampate in bianco e nero e pubblicate anche come stampe di cartoline illustrative ad opera di tipografie di vari Editori stranieri. Vi sono anche immagini "d'autore" testimonianze fotografiche di fotografi professionisti o di fotoreporter che documentarono particolari momenti storici (as esempio le visite al tempio cattolico di personaggi politici e statisti nel secondo dopoguerra) per la rivista LIFE o di qualche altra testata giornalistica straniera.
La maggior parte delle immagini digitali contenute in questa piccola raccolta, sono state scaricate in formato digitale da internet da uno degli archivi più ricchi di foto della città di Mosca, accessibile dal sito web: www.pastvu.com.
Altre Immagini della raccolta, di cui non è stato possibile individuare una datazione certa, sono state tratte dall’archivio multimediale dell’Arcidiocesi della Madre di Dio a Mosca, consultando l’archivio e scaricando le foto digitali dal sito web: www.cathmos.ru.
La raccolta che vi presentiamo non è certamente esaustiva, in quanto esistono altre immagini riguardanti la chiesa di San Luigi (riprodotte anche a colori), ma esse fanno parte di illustrazioni inseriti in libri stampati e pubblicazioni online, oppure sono delle raccolte fotografiche appartenenti a vari siti web creati in lingua russa ma filigranate e coperte da copyright per cui non sono facilmente scaricabili. Infine, di altre foto digitali presenti sul web, non si conosce bene la fonte di provenienza.
Vedi la raccolta
Descrizione delle opere artistiche pittoriche su tela esistenti
(Aggiornamento - Dicembre 2020)
Dopo l'ultimazione dei lavori di restauro della chiesa, eseguiti nel 2018, sono stati rinnovati gli arredi interni nel Presbiterio e progressivamente sono state ricollocate alle pareti alcune opere artistiche pittoriche ad olio eseguite su tela e risalenti alla seconda metà del XIX secolo.
I quadri ricollocati sulla parete di fondo della chiesa, sia nelle due navate laterali e sia nella navata maggiore sottostante la Cantoria (vicino la bussola della porta d'ingresso), fanno parte del ricco patrimonio artistico pittorico religioso della chiesa di San Luigi dei Francesi, conservatosi nel tempo in discrete condizioni.
La ricollocazione dei vari quadri appesi alle pareti interne nelle tre navate, nell'abside del Presbiterio e nella Sacrestia è avvenuta gradualmente, in un arco di tempo relativamente lungo durato circa due anni, cioè dalla fine del 2018 fino alla seconda metà del 2020. Alcuni quadri sono stati appesi alle pareti nelle stesse originarie collocazioni precedenti l'esecuzione dei lavori di restauro e dei lavori di ritinteggiatura delle superfici murarie ad intonaco della chiesa. Due quadri, dopo il loro restauro, sono stati aggiunti appesi alla parete di fondo ubicati sul lato sinistro entrando.
Una descrizione dettagliata delle opere artistiche pittoriche attualmente presenti nella chiesa è consultabile, cliccando sul testo sotto evidenziato.
Le_opere_pittoriche_su_tela_rev.pdf
La chiesa di San Luigi dei Francesi è ubicata nel centro di Mosca, in via Malaya Lubianka 12/7 стр.8 nel quartiere Lubyanka. Esso è uno storico edificio ecclesiastico cristiano, aperto al culto cattolico, costruito in stile architettonico Neoclassico.
L’architettura in stile Neoclassico si diffuse maggiormente in Europa a partire dalla seconda metà del XVIII secolo fino agli inizi del XIX secolo. Sono evidenti nei prospetti esterni, sia degli edifici pubblici e sia in quelli di dimore di privati, l’uso di ordini architettonici classici, del frontone con il timpano triangolare e la simmetria compositiva del prospetto principale.
Nella facciata in stile Neoclassico non è raro trovare l’inserimento anche di vari elementi decorativi e di ornamento appartenenti a più ordini architettonici classici.
Questo è risultato anche di un processo di evoluzione del linguaggio architettonico che si arricchisce, nel tempo, dall’incontro tra culture diverse.
Nell’architettura monumentale del passato, ad esempio, si è assistito che, partendo da un ordine classico, come quello dorico ellenistico, poi si sono inseriti nella composizione architettonica, delle varianti di questo ordine, con modifica degli elementi architettonici creati in altri contesti territoriali e culturali e con differenti forme espressive.
I romani, infatti, utilizzarono in diversi edifici pubblici sia nei prospetti e sia negli interni, alcuni elementi architettonici appartenenti ad un’altra cultura, come quella etrusca. Si giunse così ad elaborare e modificare l’ordine dorico classico ellenistico in una variante che prese il nome di ordine “Tuscanico”.
Nella città di Mosca, già a partire dalla fine del XVIII secolo, ma soprattutto dopo l’incendio della città del 1812 - provocato per arrestare l’avanzata di Napoleone Bonaparte - e poi a partire dal 1816 all’indomani della Restaurazione, diversi edifici pubblici furono costruiti in stile architettonico Neoclassico.
Questo bene storico-architettonico ci è pervenuto quasi intatto fino ai giorni d’oggi, nonostante il lungo periodo storico che ha attraversato, caratterizzato da una serie di eventi tragici e violenti. Basti pensare alla Rivoluzione bolscevica dei primi anni del XX secolo e al periodo della dittatura staliniana che distrusse totalmente diverse testimonianze della stessa cultura religiosa ortodossa russa del passato. Poi ci sono state due guerre mondiali e un lungo periodo di regime politico comunista sovietico, oppressivo ed ostile alla religione e a qualsiasi tipo di culto religioso. Il regime comunista sovietico cancellò, di fatto, il diritto alla libertà di culto, confiscando diversi edifici ecclesiastici e religiosi esistenti, in cui questo culto fu prima esercitato, per riconvertirli ad altro uso sociale e collettivo.
Nella facciata principale della chiesa di San Luigi dei Francesi, si possono osservare e distinguere i caratteri linguistici sia dell’architettura classica greca e sia di quella romana.
La composizione architettonica e il linguaggio adoperato - attraverso il rigoroso rispetto di proporzioni e di simmetrie, anche nella pianta della costruzione -, indicano che vi è una stretta corrispondenza tra interni ed esterni.
Lo stile neoclassico applicato all'architettura degli esterni della chiesa attraverso il rispetto di proporzioni e di simmetrie unito ad una essenzialità del linguaggio architettonico, fatto di semplici decorazioni, nell'ambiente interno, invece, si completa e si arricchisce di altri elementi e componenti.
L'ordine architettonico classico adoperato, dal dorico classico ellenistico si modifica in dorico tuscanico. Tale modifica è evidente nelle colonne interne che delimitano la navata maggiore per tre lati.
L'interno rappresenta molto bene una basilica romana con tre navate divise dalle colonne e con una bella copertura a volta di forma semicilindrica decorata da pitture che riproducono i classici soffitti a cassettoni delle importanti costruzioni pubbliche romane.
La_descrizione_interni_parte_I.pdf
L'interno della chiesa è caratterizzato dalla presenza di finiture appartenenti al linguaggio dell'architettura classica. Le decorazioni plastiche a stucco con dorature sono localizzate nelle dieci colonne (in stile dorico tuscanico) che delimitano la navata maggiore e nella fascia del decoro della trabeazione.
Una cornice perimetrale aggettante applicata lungo la trabeazione caratterizza l'interno della navata maggiore e la zona del Coro adiacente l'abside.
Le pitture monocromatiche, applicate sulle superfici intonacate, sono realizzate con la tecnica pittorica denominata "grisaille" e "brunaille". Esse rappresentano suggestive decorazioni, dall'effetto visivo tridimensionale per i chiaroscuri applicati, nei soffitti piani e nelle volte della navata maggiore e nella volta di copertura del Presbiterio.
L'arredo sacro degli interni della chiesa è costituito da un altare maggiore in marmo e da un retrostante corpo marmoreo in elevazione a più elementi che compone il tabernacolo monumentale, collocato a ridosso della parete perimetrale curva dell'abside.
Nelle navate laterali vi sono altri due altari minori collocati in aderenza alla parete muraria di fondo e divisoria dei vani destinati a Sacrestia e a locale deposito di supporto.
L'altare ubicato sul fondo della navata minore di sinistra è in stile architettonico neogotico ed è intitolato a San Luigi dei Francesi e a due altri noti santi di origine francese. L'altare ubicato sul fondo della navata minore sul lato destro è realizzato nello stile neoclassico tendente all'eclettico. Esso è dedicato alla "Nostra Signora del Santissimo Rosario", Madonna di Lourdes.
La lapide in marmo bianco che si osserva collocata sul lato sinistro della facciata della chiesa contenente delle scritte incise con caratteri di colore bronzo, segnala (fin dal 1980) l’importanza storica di questo edificio, riconosciuto come un monumento di architettura, costruito nel 1830 dall’architetto Domenico Gilardi, acquisito nel patrimonio culturale statale e sottoposto a tutela dal Governo Russo.
La piccola targa in ghisa di forma a triangolo isoscele - sembra quasi incisa sotto l’intonaco esterno -, altro non è che un vecchio marchio o segnale di livellamento.
Le targhe metalliche infisse nelle pareti delle facciate degli edifici risalgono al 1877 e servivano a segnalare, lungo le vie pubbliche, il livellamento, ovvero la quota assoluta di altitudine misurata in quel punto rispetto alla quota assoluta di partenza (lo zero) che era stabilita dalla superficie del mare.
Le quotature puntuali di livellamento, rivelatisi vitali nel XIX secolo per le grandi città, servivano per la creazione di mappe topografiche urbane da cui trarre i dati per la progettazione della rete fognaria che funzionava e funziona ancora oggi, per caduta delle acque reflue o di scarico convogliate dentro grandi tubature interrate (i collettori fognari).
I tre numeri riportati incisi a rilievo all’interno del triangolo di livellamento hanno questo significato: il primo numero indica l’anno di rilevamento e di applicazione della targa; il secondo è il numero di serie assegnato al marchio per riconoscerlo; il terzo numero scritto sotto la linea orizzontale incisa, è la quota assoluta positiva in metri del livellamento.
Per la città di Mosca che dista dal mare, il livello assoluto di partenza era indicato nella superficie o dal livello dell’acqua del fiume Moscova individuato in un preciso punto topografico ubicato sotto il Monastero ortodosso di Danilov.
Sulla facciata della chiesa di San Luigi, precisamente entrando all'interno del cortile e guardando la parete ubicata sul lato sinistro al portico, sono osservabili una lapide quadrangolare in marmo bianco e una piccola targa in metallo di forma triangolare contenenti ciascuna delle scritte.
La lapide in marmo non è antica quanto l'età della chiesa, poiché è stata applicata sull'intonaco della facciata subito dopo la fine del governo comunista sovietico.
Viceversa, la targa in ghisa di livellamento è un documento storico di grande importanza per la conoscenza della storia e dello sviluppo urbano della città di Mosca. Questo autentico reperto storico si è conservato in buone condizioni fino ai giorni d’oggi. Ciò rappresenta e dimostra il rispetto e l'attenzione alla conservazione dell'edificio, non solo come luogo di culto religioso da parte della comunità cattolica, ma anche come monumento storico da tutelare e conservare come memoria storica di grande importanza per l'intera collettività.
Nel Presbiterio è collocato l'altare maggiore in marmo utilizzato per la liturgia Eucaristica.
Nel paliotto decorativo tondo centrale del prospetto dell’altare maggiore, cioè la faccia rivolta verso i fedeli, sono applicate tre lettere dorate del Cristogramma “IHS” con inserto anche di una piccola croce sopra la lettera H. Esso indica il nome sacro di Gesù Cristo e rimanda anche al mistero dell’Eucarestia.
IHS è una rappresentazione latina dell'abbreviazione ΙΗΣ (iota-eta-sigma), formata dalla prima, seconda e ultima lettera del nome greco di Gesù (ΙΗΣΟΥΣ) traslitterato in “IISOUS”.
All’interno della chiesa, il simbolo cristiano della croce si ripete frequentemente e si differenzia in varie tipologie. Gran parte di queste croci cristiane sono di applicazione avvenuta in epoca contemporanea, in sostituzione e rinnovo di quelle preesistenti e di valore certamente più storico.
Una prima grande croce latina semplice realizzata in legno è ubicata all’ingresso, appesa al pilastro sul lato sinistro della navata maggiore.
In passato nello stesso punto vi era appeso un crocefisso (come documentato da foto di archivio risalenti al secondo dopoguerra).
Un piccolo crocefisso in metallo dorato e argentato è collocato in alto, sul soffitto della navata maggiore inclinato verso il basso appeso all’arco della volta ribassata del Presbiterio.
La croce patee dorata è stata applicata sull’intonaco delle pareti perimetrali dopo i restauri interni eseguiti successivamente agli anni 90 del secolo scorso.
La stessa croce diviene motivo decorativo inciso sulla superficie delle spalliere delle varie cassapanche in legno che arredano il Presbiterio dal 2018.
All’interno della Sacrestia è conservato un crocefisso in legno tutto dorato, raffigurante Cristo inchiodato ad una croce da cui escono tanti raggi stilizzati di luce. In passato questo crocefisso adornava il pannello di fondo del pulpito ligneo.
La croce greca semplice, con quattro braccia uguali e sottili, è ripetuta come una trama decorativa nelle pitture della volta della navata maggiore alternata da altri motivi decorativi realizzati con pittura “grisaille” e “brunaille”.
La croce greca è presente anche al centro del motivo decorativo della volta a vela sia nella Sacrestia e sia nel secondo vano deposito a servizio della Sacrestia.
Nell'altare maggiore in marmo, in sommità del Tabernacolo, vi è la croce latina di colore bianco caratterizzata dal rivestimento degli spigoli vivi dei bordi e delle tre estremità terminanti a punta realizzati in profili sottili di ottone. Il centro della croce è esaltato anche dall’applicazione di un ornamento a raggi realizzati in ottone. Questa croce latina ha un basamento lavorato con modanature distribuite su tre livelli per richiamare a quella croce detta “croce del calvario”.
Il dipinto è la riproduzione similare, in quanto adattata alla superfice curva a volta del catino di copertura del coro, di un particolare dell’opera artistica realizzata su tavola da Raffaello Sanzio e risalente al 1520.
Come riportato da fonti storiche, l’opera artistica cinquecentesca non venne completata da Raffaello perché morì, appunto, nel 1520, prima di portarla a termine. Il dipinto fu ripreso e completato da Giulio Romano (architetto e pittore del Rinascimento) dopo la morte di Raffaello Sanzio.
In particolare, è da precisare che, Giulio Romano, aggiunse, in basso alla pala, sotto la raffigurazione della Trasfigurazione di Raffaello Sanzio, l’episodio successivo narrato nel vangelo secondo Marco. Si tratta del miracolo di Gesù che guarisce il ragazzo epilettico (ritenuto posseduto da un demonio) appena sceso dal monte Tabor, con Pietro, Giacomo e Giovanni.
Particolare della pala della "Trasfigurazione" dipinta da Raffaello Sanzio.
Particolare della pala della "Trasfigurazione" di Raffaello Sanzio nella porzione inferiore dipinta, successivamente, da Giulio Romano. In esso è raffigurato l'episodio del miracolo operato da Gesù su un ragazzo posseduto dal demonio.
Orbene, quest’opera pittorica era ben nota ai francesi residenti in Francia e a quelli residenti all’estero per via della sua lunga storia di alternato possesso o meglio di “contesa” nell’appropriazione di un’opera artistica, di così grande valore, tra l’Italia e la Francia. Essa fu infatti un’opera artistica pittorica commissionata a Raffaello Sanzio tra il 1517 e il 1518 da Giulio de’ Medici (futuro papa Clemente VII) per essere destinata alla cattedrale della sede episcopale di Narbonne, in Francia. Ma la pala non fu mai spedita, poiché Raffaello Sanzio morì prima di portarla a termine e quindi trattenuta in Italia e collocata, successivamente, a Roma, nella chiesa di San Pietro in Montorio dove vi restò fino al 1797.
Poi la pala fu portata in Francia e a Parigi durante il periodo dell’occupazione napoleonica (v. il Trattato di Tolentino) ed infine, essa fu restituita alla città di Roma durante la Restaurazione del 1816. La pala oggi è conservata nella Pinacoteca dei Musei Vaticani.
Ad un anno dalla consacrazione della chiesa avvenuta nel 1849, nella cantoria della chiesa, situata al piano superiore sopra l’atrio di ingresso alle navate, fu installato un organo a canne.
Lo strumento musicale fu costruito nella città estone di Tartu (in precedenza la città faceva parte del territorio dell’impero della Russia), città chiamata in tedesco anche Dorpat.
Il nome di fabbrica dell’organo era quello del suo costruttore Friedrich Wilhelm Müllverstedt, un organista tedesco trasferitosi in Estonia nella seconda metà dell’800 dove costruì diversi organi.
L’organo aveva 18 registri, 2 manuali (tastiere) e un pedale. Questo primo organo restò funzionante dal 1850 fino alla fine del secolo XIX.
All’inizio del nuovo secolo, nel 1900, la chiesa di San Luigi si dotò di un nuovo organo fabbricato in Francia nella città di Nancy. Il costruttore francese di questo organo era Charles Didier-Van Caster. Lo strumento era composto da 22 registri, 2 manuali (tastiere) ed era collegato a 4 pedali. L’organo a canne francese rimase nella cantoria di San Luigi dei Francesi per quasi tutto il XX secolo.
Negli anni del regime comunista sovietico lo strumento musicale fu poco utilizzato e col trascorrere degli anni si danneggiò.
L'organo installato nel 1998
L’organo oggi presente nella cantoria della chiesa è stato installato il 28 aprile del 1998. Si tratta di un vecchio organo usato di cui non si è conservata la documentazione cartacea circa l’originario costruttore.
Nella tastiera sul frontalino è scritto inciso il nome della ditta "Beuchet Debierre - Paris Nantes".
Lo strumento è stato donato alla chiesa di San Luigi dei Francesi dal Rettore della provincia francese dell'Ordine degli Agostiniani dell'Assunzione (fondata da Emmanuel d’Azon).
L’organo prima di essere installato nella chiesa di San Luigi e di giungere a Mosca, fu conservato in altri luoghi ed in uso in altre chiese cattoliche:
- nella cappella della Madonna della Misericordia a Bordeaux dove fu costruito nel 1892;
- nella chiesa in Roma dei Santi Venanzio e Ansovino (dal 1902 al 1928);
- a Tolosa, dove nel 1961 i maestri della ditta francese "Beuchet-Debierre" lo modificarono.
L’ultima sede, prima di Mosca, fu l’abbazia di San Maurizio (Svizzera) situata nel cantone francese (dal 1986 al 1997).
I maestri organisti che hanno suonato l'organo della chiesa di San Luigi dei Francesi a Mosca
Gli organisti che hanno prestato il loro servizio nella chiesa di San Luigi dei Francesi ed hanno suonato l'organo sono stati diversi. La maggior parte di essi apparteneva alla dinastia Gödike o Gedike, una famiglia di musicisti ed organisti di origine tedesca trasferitasi in Russia. Di questa dinastia il capostipite fu Heinrich-Georg Gödike organista della chiesa cattolica a San Pietroburgo.
Il primo organista della chiesa di San Luigi dei Francesi a Mosca fu il figlio Karl Henrihovich (Andreevich) Gedike. Dopo Karl gli succedette il figlio (nipote di Henrich-George) Fyodor Karlovic (Friedrich-Alexander-Paul).
Ultimo organista della dinastia fu Alexander Fiedorovich Gedike (pronipote di Heinrich Georg Gödike). (1)
L'organista Alexander Fiedorovich Gedike.
Negli anni successivi al 1998, a suonare l’organo della chiesa di S. Luigi dei Francesi a Mosca, fu incaricato il giovane maestro musicista Dmitry Ushakov (nato a Mosca il 1979, vivente) che vi rimase in carica fino al 2012.
L'organista Dmitry Ushakov.
Dmitry Ushakov si è laureato al Conservatorio Statale di Mosca e nel 2007 ha proseguito gli studi di specializzazione conseguendo il titolo di Dottore di Ricerca.
Divenuto insegnante di organo, musicologo, ha svolto per diversi anni una intensa attività concertistica partecipando a molti concerti d’organo e a diverse competizioni vincendo vari concorsi nazionali ed internazionali in Russia e all’estero.
In breve tempo è divenuto un affermato e apprezzato organista. Attualmente è organista stabile nello staff della Filarmonica regionale di Tomsk.